Oratorio: Inserire nei giovani la carità…

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Foto: Visita alle missioni del Patronato San Vincenzo in  Bolivia.

Nuovo anno all’oratorio

E’ incominciato un nuovo anno! Preparativi, attese, nuovi progetti, tutto per riuscire ad accogliere e a testimoniare ad ogni ragazzo la carità. Dopo un anno di osservazione, ho iniziato a capire come funziona un po’ la gestione delle varie esperienze, e soprattutto i loro motivi di fondo. Non è di certo facile tutto questo lavoro, ma è possibile perché non devo farlo solo io: tutta la comunità è chiamata a compierlo! è proprio questo il lavoro enorme che dobbiamo fare, coinvolgere le famiglie nei vari luoghi dell’oratorio. Per qualcuno potrà sembrare un’impresa titanica, per me invece è un compito cristiano e educativo. Siamo tutti capaci di criticare e far vedere le mancanze di qualcosa, ma forse un po’ meno capaci di tirarsi indietro le maniche e cercare di costruire insieme. Non voglio essere polemico, né risentito, voglio semplicemente invitare tutti a prendersi cura dei nostri ragazzi. Pensare di riuscire da soli è delirante, e credere che qualcuno deve farlo da solo è delirante!

In questo nuovo anno vogliamo iniziare a vedere tutto sotto quest’ottica: “Sappiamo bene di non aver esaurito il nostro compito quando abbiamo dato al nostro giovane un pane, un tetto, un mestiere, una professione, quando abbiamo donato un sorriso; potremmo aver formato un egoista, geloso della propria sicurezza raggiunta, riguardoso di non perderla, di non impoverirsi nel comunicarla.

Questo ci preme assai: inserire nell’animo dei nostri ragazzi la carità: non debbono solo ricevere, ma debbono saper donare.”

é una frase di don Bepo fondatore dei preti del Patronato San Vincenzo. Questo per me è il cuore dell’educazione che il nostro oratorio deve dare. Ho bisogno di ciascuno di voi, la comunità intera ha bisogno di ciascuno di noi. Non lo dico perché non voglio fare molto, o perché non ne sono capace, ma perché solo così l’oratorio avrà un futuro, solo così potrà esserci una continuità in tutto. L’oratorio non può e non deve essere costretto ad immagine e somiglianza dei preti che lo dirigono, deve essere piuttosto espressione dell’amore della comunità verso tutti i ragazzi che frequentano questo posto. Solo così tutto ciò che si fa  non sarà un qualcosa di dovuto ma qualcosa di donato; solo così il catechismo non sarà un tesserino da timbrare per ricevere i sacramenti, ma un cammino di crescita umana e cristiana; solo così questo oratorio potrà davvero essere il migliore, perché sarà il luogo dove tutta la comunità si prenderà cura dei propri ragazzi. Andiamo avanti insieme cercando di costruire sempre di più una comunità in cui ci si prende cura gli uni degli altri, in particolare di ciò che di più prezioso abbiamo: i nostri ragazzi, il nostro futuro!

Don Dario

 

(dal bollettino parrocchiale di novembre 2014)