Avvenimenti

ANNO 2023

Domenica 21 gennaio 2024 alle ore 16:00 nell’antica Chiesa di San Nicolò ai Celestini, in via dei Celestini, il secondo appuntamento in cartellone, “Da Byrd a Pärt”, ospiterà invece l’Ensemble vocale Calycanthus di Parabiago (MI), una compagine pluripremiata in concorsi nazionali e internazionali nata nel 1997 su iniziativa dell’attuale direttore Pietro Ferrario. Il programma spazierà da autori antichi e ottocenteschi (Brahms, Rheinberger) fino ai contemporanei (Nees, Miskinis, lo stesso Ferrario), proponendo un excursus di forte impatto emotivo nelle preghiere polifoniche a cappella fiorite durante cinque secoli.

concerti ai Celestini 2023-24 comunicato stampa

In un connubio perfetto di bellezza sonora e fascino architettonico, l’antica Chiesa di San Nicolò ai Celestini, di proprietà delle Suore Sacramentine, sarà teatro di due eventi concertistici programmati tra dicembre 2023 e gennaio 2024, sostenuti grazie al contributo di Fondazione Cariplo. 

Ingresso con offerta libera. Prenotazione obbligatoria (posti limitati) al: 388 58 63 106

Le offerte raccolte saranno interamente devolute al “Progetto Kanengo” avviato in Malawi dalla Procura Missionaria delle Suore Sacramentine, inteso alla creazione di una struttura scolastica elementare e di un centro di assistenza per i bambini di età compresa tra 0 e 12 anni.

 

Ensemble vocale Calycanthus

 

Direttore artistico della manifestazione Alessandro Bottelli, poeta e scrittore.

 

I concerti si avvalgono della media partner di:                                                                                  Famiglia CristianaAvvenireBergamoNews e araberara e di Eliorobica come sponsor tecnico.

 

Domenica 10 dicembre alle ore 16:00 nell’antica Chiesa di San Nicolò ai Celestini, in via dei Celestini, si è potuto assistere alla dodicesima edizione di “Cara Santa Lucia…”, reading musicale e letterario di beneficenza che ha avuto per protagonista “Il Sottobosco” formazione strumentale eterogenea (2 flauti dolci, flauto traverso, oboe, fagotto, chitarra, violoncello e percussioni) nata quarant’anni fa grazie all’intuizione di Alberto Bonacina e impegnata in un programma vario e colorato (presente anche l’immancabile Santa Lucia di Cottrau, in un nuovo arrangiamento firmato da Ugo Gelmi)

Il Sottobosco

pensato appositamente per bambini e famiglie,

con la prima esecuzione di una fiaba musicale natalizia scritta dalla compositrice riminese Marialuisa Balza (docente presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma) su testo di Alessandro Bottelli, poeta, scrittore e direttore artistico della manifestazione, e illustrata dalle luccicanti tavole originali di Elena e Luca Zanini.

 

Marialuisa Balza

 

Disegno angeli Zanini

 

Tutto esaurito ai Celestini – Un inedito Stabat Mater in stile Jazz

Tutto esaurito lo scorso 16 aprile per il doppio concerto ideato da Alessandro Bottelli. Una reinvenzione originale ed esclusivamente strumentale del capolavoro vocale di Giovanni Battista Pergolesi, creata appositamente per valorizzare l’antica chiesa di San Nicolò ai Celestini e raccogliere fondi in aiuto ai lavori di consolidamento del chiostro. Applauditissimi Giovanni FalzoneAndrea Andreoli e Nadio Marenco, un trio di affiatati e autentici fuoriclasse. L’evento è stato dedicato alla memoria di Giuseppina e Gino Rota, coppia di coniugi molto conosciuta nel Borgo.

Renato Magni

Due concerti, entrambi applauditissimi, il secondo, serale, organizzato qualche giorno prima a seguito del pienone registrato da quello pomeridiano. È questo il commento forse sufficiente ed eloquente alla performance che un trio decisamente non ortodosso ha offerto al pubblico bergamasco lo scorso 16 aprile nella suggestiva cornice della chiesa di San Nicolò ai Celestini, nel cuore del borgo storico cittadino. Un appuntamento che ha permesso a molti di scoprire questa piccola chiesa satura di storia e arte. E che ha altresì permesso a molti di scoprire una musica affatto scontata e dei musicisti che portano in dote ad ogni ascoltatore aperto e curioso qualità davvero preziose.

Per sostenere il progetto di finanziamento dei lavori necessari per contrastare l’usura del tempo che aggredisce le fragili e preziose architetture della struttura religiosa, Alessandro Bottelli – ideatore e organizzatore del doppio appuntamento inserito nella «Settimana della Cultura» voluta dalla Diocesi e dedicato alla memoria dei coniugi Giuseppina e Gino Rota –, ha varato un progetto musicale lontano dalle consuetudini. Quasi scontato in queste occasioni affidarsi al repertorio della musica «classica», tanto più se rappresentato da composizioni ispirate ai misteri della fede o plasmate sulle forme, i tempi e i contenuti delle liturgie.

Per l’occasione ci si è rivolti allo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi che, insieme con La serva padrona, è opera tra le più celebri di uno dei compositori più talentuosi della storia della musica. Un autore dal genio facile e felice che ha messo agli atti le opere realizzate in un arco di vita brevissimo, 26 anni, dal 1710 al 1736, e un ciclo di produzione artistica di soli 5 anni. La scelta di campo non scontata, orientata a proporre un viaggio sonoro del tutto alieno alle garanzie offerte dai repertori dati e noti, è stata però quella di affidare il capolavoro settecentesco alla manipolazione creativa non di un compositore contemporaneo, inscritto apparentemente nella medesima tradizione del primato dell’opera fatta, quanto ad un musicista che nella contemporaneità mette a frutto le competenze e i saperi estrosi della scrittura e dello strumentista.

Around Stabat Mater è il titolo scelto per descrivere questa reinvenzione del capolavoro scritto dal compositore di Jesi nel 1736 da parte del trombettista Giovanni Falzone. Uno dei più prolifici e inventivi uomini di un jazz italiano emancipato dal rispetto ossequioso del linguaggio idiomatico a stelle e strisce. A Falzone per altro non difetta certo la piena padronanza e conoscenza di quel linguaggio. Ma non è il tratto idiomatico e il rispetto stilistico a qualificare la sua natura di jazzista. Come ha avuto modo di sottolineare nel corso della giornata bergamasca, Falzone riconosce al jazz soprattutto una lezione di libertà nel trattare qualsiasi materiale musicale. I suoi progetti preceduti dal prefisso Around hanno già toccato le musiche di Jimi Hendrix, Ornette Coleman, Giuseppe Verdi e, a ben vedere, anche dei Led Zeppelin. Dunque traiettorie che «attorno» a repertori esistenti si consentono ampie libertà di movimento e, va detto, sfrontate e felici riappropriazioni.

Per i cosiddetti «cultori della materia» ogni auspicio di ritrovare qui i paradigmi e le estetiche originarie deve essere ovviamente abbandonato. Come pure l’ambizione del raffronto filologico. Il repertorio di partenza è pretesto che ambisce ad uno spazio creativo nuovo e ben distinto dall’originale. E così è stato con Pergolesi, a partire dall’organico, un trio con il trombone del bergamasco Andrea Andreoli, stupendo strumentista e improvvisatore orientato alla costruzione consapevole e sapida del fraseggio, e del fisarmonicista Nadio Marenco, altrettanto valido musicista. La composizione di Pergolesi per solisti vocali e orchestra d’archi è stata affidata a due fiati, tromba e trombone, e ad una fisarmonica.

Una sintesi estrema (ricorda il Wagner riletto da Uri Caine) e azzeccatissima. Falzone ha selezionato i primi cinque numeri della composizione di Pergolesi facendo seguire ad una sezione direttamente basata sull’originale, una sorta di ben più libero commento orientato al primato dell’improvvisazione. Le stesse sezioni costruite a partire dalla scrittura di Pegolesi hanno messo in gioco una riscrittura che ha trasfigurato i pur riconoscibilissimi originali nei nuovi equilibri tra le parti e nel ruolo «sinfonico» assunto dalla fisarmonica. Consentendo così la piena deriva libera e creativa delle sezioni successive, pure mantenendo una solida continuità musicale tra le giustapposte sezioni, come nel passaggio dal suggestivo attacco dello Stabat Mater dolorosa alle sinuose movenze del tango di Stabat, con preziosi obbligati dei fiati sul solo di fisarmonica che hanno introdotto ai dialoghi in punta di fioretto del finale.

 

Il Cuius animam gementem ha visto l’ingresso dell’elettronica e del trattamento tecnologico della voce portando dall’assertivo frammento melodico esposto da tromba e trombone ad un percussivo collettivo memore della versione del jungle style di Mingus. Tappa dopo tappa l’uditorio, certo relativamente avvezzo alle invenzioni senza rete di protezione di questo approccio al «classico», ha sempre più apprezzato una miriade di invenzioni timbriche, di adattamenti armonici, di valorizzazioni estreme del tratto melodico.

E il trio in scena ha saputo catalizzare l’attenzione del pubblico sul decorso imprevedibile di una musica che si inventa nel fare. Se il Quae moerebat et dolebat di Pergolesi dialoga con le estetiche dell’opera buffa, il successivo Cor meum di Falzone traduce quegli stessi materiali sonori con un omaggio che evoca l’hard bop di Benny Golson. E le due cose stanno insieme magnificamente. Merito di una conoscenza e una passione vera e autentica per diverse storie e tradizioni musicali che Falzone riesce ad adattare al suo mondo sonoro.

Domenica 22 gennaio – “I colori dell’aria 3” – Concerto per i Celestini

Concerto nella Chiesa trecentesca di San Nicola ai Celestini, in via dei Celestini, Domenica 22 gennaio alle ore 16 (già sold out, con replica alle ore 19, vista la grande richiesta di prenotazioni) per raccogliere fondi e mettere sotto i riflettori il grave problema che interessa una parte del chiostro dell’antico Convento, a forte rischio crollo.

Il concerto è stato dedicato  alla memoria di Giuseppe Anghileri, figura ben nota nel Borgo e nel panorama cittadino, molto affezionato a questo luogo.

“I colori dell’aria 3”: quattro sassofoni protagonisti del Concerto con tre brani in prima assoluta di Luca Tessadrelli, Gabriele Rota e Federico Calcagno ispirati agli antichi affreschi conservati all’interno della Chiesa.

Evento con raccolta fondi per promuovere interventi urgenti di consolidamento delle coperture del chiostro.

Ingresso libero con offerta.                       [Prenotazione obbligatoria (posti limitati)]

Per info e prenotazioni: 388 58 63 106

“I colori dell’aria” è un recente progetto concertistico ideato dal poeta e promotore culturale Alessandro Bottelli, di Borgo S. Caterina, nato per valorizzare, grazie a brani strumentali creati ad hoc da compositori professionisti, il patrimonio artistico-culturale del territorio. In tal modo si intende dare al pubblico la possibilità di apprezzare sotto una luce completamente diversa – quella del linguaggio dei suoni – opere di notevole fattura e pregio iconografico, spesso di autori anonimi e, nella maggior parte dei casi, relegate ai margini dei grandi flussi turistici.

Giunto al suo terzo appuntamento – dopo i sorprendenti e lusinghieri riscontri ottenuti a Tavernola Bergamasca e Santa Croce di San Pellegrino Terme –, “I colori dell’aria” si è trasferito dunque nel contesto urbano di Bergamo, e precisamente nell’antica e appartata Chiesa di S. Nicola ai Celestini, autentico scrigno di bellezza, storia e memoria.

È qui, infatti, che domenica 22 gennaio alle ore 16:00 (con replica alle ore 19, vista la grande richiesta riscontrata) si sono esibii i giovani e attivissimi componenti del Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci soprano, Francesco Ronzio alto, Mattia Quirico tenore, Salvatore Castellano baritono), una formazione già coronata da numerosi riconoscimenti.

L’ensemble, che si caratterizza per una vivace e fattiva partecipazione alla creazione di nuove partiture, lavora spesso a stretto contatto con i compositori. E per l’occasione, oltre ad eseguire brani di Johann Sebastian Bach, Astor Piazzolla, Domenico Scarlatti (rielaborato da Salvatore Sciarrino) e di Michael Nyman, ha tenuto a battesimo anche tre recentissimi lavori: ET, ET, ET… REBUS di Luca Tessadrelli (compositore e direttore d’orchestra bresciano, si è diplomato sotto la guida di Azio Corghi al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e ora insegna composizione al Conservatorio “A. Boito” di Parma), Planctus Angelorum di Gabriele Rota (pianista e compositore bergamasco, attivo come interprete del repertorio cameristico sia classico sia contemporaneo, si è diplomato con Tiziana Moneta e Vittorio Fellegara e attualmente è docente al Conservatorio “G. Verdi” di Milano) e I Frammenti, il Verbo e il Bianco di Federico Calcagno (giovane e brillante polistrumentista e compositore milanese nato nel 1995, si è diplomato in clarinetto classico e jazz al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e ha vinto numerosi premi tra cui il “Premio Internazionale Giorgio Gaslini 2020”), ispirati a tre differenti affreschi conservati all’interno della Chiesa dei Celestini.

Il Concerto ha inteso mettere sotto i riflettori di una platea più vasta i gravi problemi di stabilità e ammaloramento che interessano la copertura di un’ala del chiostro interno del Convento, in precarie condizioni e a forte rischio crollo.

“I colori dell’aria 3” – Concerto per i Celestini, organizzato in collaborazione con le Suore Sacramentine e la Parrocchia di Santa Caterina, è stato reso possibile grazie al sostegno di Fondazione Credito Bergamasco e delle ditte Montello, GAMA, Ambrosini, Fra.Mar, di Eliorobica come sponsor tecnico e si avvale della media partner di Corriere della Sera, Avvenire, Famiglia Cristiana, Luoghi dell’Infinito e del Settimanale online della Diocesi di Bergamo. Previsto anche un servizio di Tv2000 e di “Gente e Paesi” di Bergamo Tv.

I COLORI DELL’ARIA 3 comunicato stampa

ANNO 2018

80° anniversario della presenza delle suore Sacramentine in Borgo Santa Caterina

       Mons. Pasquale Pezzoli, le suore Sacramentine e i chierichetti davanti alla reliquia di S. Comensoli

2018 – Domenica 18 febbraio, memoria di Santa Geltrude Comensoli, Fondatrice delle Suore Sacramentine di Bergamo. Quest’anno ricorre l’80° anniversario della loro presenza tra noi. In Borgo Santa Caterina sono presenti le Suore Sacramentine presso il Convento dei Celestini in via Celestini, 12.

         Adorazione eucaristica nella Chiesa dei Celestini

Una commemorazione domenica 18 febbraio alla Messa delle ore 10:00 in Chiesa parrocchiale. Nel pomeriggio presso la Chiesa di San Nicola ai Celestini alle ore 17:30 l’Esposizione del SS.mo, Adorazione e Vespro. Alle 18:45 Benedizione Eucaristica.

ANNO 2017

La Veglia della Giornata per la vita con il vescovo Francesco

2017 – Sabato 4 febbraio si è tenuta la Veglia diocesana per la Vita nella parrocchia di S. Caterina. Nel pomeriggio la Veglia è iniziata nella Chiesa dei Celestini alla presenza del vescovo Francesco Beschi. Ha introdotto il momento di preghiera e riflessione don Edoardo Algeri, responsabile dell’Ufficio della Pastorale Familiare e promotore dell’iniziativa. Era presente il prevosto di S. Caterina mons. Pasquale Pezzoli. Nell’assemblea numerose Suore Sacramentine dell’Istituto dei Celestini, alcune Suore Sacramentine della Casa Madre, don Dario Acquaroli, direttore dell’Oratorio, don Marco Perrucchini e un gruppo di fedeli.

 

Il vescovo Francesco e mons. Pasquale

Si è formato un corteo che ha raggiunto il cortile della Comunità Agathà, all’interno del Convento, dove la coordinatrice Ilaria Cattaneo ha presentato l’esperienza della casa di accoglienza per adolescenti, diretta da don Marco Perrucchini.

 

La Casa di accoglienza Agathà

La Veglia è proseguita nella Chiesa Parrocchiale di S. Caterina dove abbiamo ascoltato le testimonianze di due giovani, accompagnate nella loro gravidanza dal Centro aiuto alla vita e dall’intensa testimonianza di Gisella Aschedamini e del marito Vittorio Pellegrini che dopo una tragedia familiare si sono uniti per operare in missione a favore dei più piccoli del Bangladesh.

Nella Chiesa Parrocchiale

 

ANNO 2011

La peregrinatio della reliquia della Fondatrice delle Sacramentine
Santa Geltrude tra noi

2011 – Da martedì 12 a sabato 16 aprile Abbiamo accolto ben volentieri la reliquia di Santa Geltrude Comensoli che da tempo sta pellegrinando in Italia e all’estero nelle località dove sono (o erano) operanti le Suore Sacramentine di Bergamo da lei fondate.
Tutto si è svolto da martedì 12 a sabato 16 aprile 2011. Come Parrocchia abbiamo ritenuto doveroso e piacevole impegnarci nel collaborare con le Suore dei Celestini per la migliore riuscita dell’iniziativa. Ci pare che tutto si sia svolto con grande spirito di devozione per la Santa e anche con generale soddisfazione.

Consegna della reliquia
La sera di Martedì 12 aprile il parroco don Andrea con la superiora suor Luigina e suor Rosalia e alcuni parrocchiani si sono recati a Villongo S. Filastro per ricevere in consegna da quella Parrocchia la reliquia di Santa Geltrude Comensoli. Qui abbiamo partecipato all’Eucaristia celebrata dal vicario interparrocchiale don Angelo Roncelli.
Da lui abbiamo ricevuto in consegna la preziosa reliquia che è stata condotta a Bergamo nell’auto di Suor Rosalia, che ha dovuto affrontare tutto il traffico del venerdì sera. Se poi aggiungiamo la cautela nel trasportare il prezioso cimelio, possiamo ben giustificare il ritardo rispetto alla tabella di marcia.

La Solenne Messa ai Celestini
Verso le 19 la reliquia ha varcato il cancello della Scuola dell’Infanzia “Don Garbelli”, dov’erano ad attenderla il parroco don Andrea con don Angelo Lorenzi e don Giovanni Rota, oltre alla direttrice suor Maria Teresa Monti e al vice-presidente cav. Martino Piccinini con una nutrita folla di fedeli.
Si è subito composto un piccolo corteo. Al centro era la reliquia portata dagli Alpini del Gruppo di Santa Caterina coordinati dal presidente Mario Camponuovo. E’ iniziata subito la Santa Messa presieduta dal parroco don Andrea e accompagnata dai canti della Corale Parrocchiale di Azzano San Paolo – ormai di casa tra noi – diretta con la consueta competenza e passione da Giovanni Bertazzoni. All’organo il maestro Damiano Rota.
All’omelia il parroco ha ricordato l’insegnamento che ci ha lasciato Santa Geltrude, soprattutto col suo carisma che ha portato lei e le sue Suore a un particolare culto per l’Eucaristia esposta all’adorazione.

La Messa  del Vescovo
Per tutta la giornata di mercoledì il programma si è svolto come previsto.
La Messa vespertina delle 18.30 è stata presieduta dal vescovo mons. Francesco Beschi, presente ai Celestini sia per onorare la reliquia della Fondatrice che per fare visita alla nuova istituzione qui sorta per iniziativa di don Marco Perrucchini, l’associazione “Agathà” che vede la collaborazione della Congregazione delle Sacramentine e del Patronato San Vincenzo. La celebrazione è stata introdotta dallo stesso don Marco.
La Messa è stata animata dal canto di un gruppetto di giovani accompagnati dalle chitarre. Il vescovo, nell’omelia, ha preso spunto sia dal Libro di Daniele gettato nella fornace da Nabucodonosor (quante esistenze purtroppo bruciate dalle moderne fornaci!) che dal Vangelo nel quale Gesù si presenta come Verità che libera.
Dopo aver reso omaggio a Santa Geltrude Comensoli, mons. Beschi ha voluto indicare la nuova istituzione come frutto pienamente coerente con il carisma della Madre Geltrude e con quello di don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato San Vincenzo.
Alla Messa è seguito un delizioso buffet offerto a tutti nel “laboratorio” messo a disposizione dalle Suore per le ragazze ospiti della nuova istituzione. Nel corso del simpatico ritrovo don Marco ha presentato al vescovo e ai numerosi presenti la neonata associazione e i suoi scopi.

La reliquia in Chiesa Prepositurale
Nella giornata di giovedì 14 aprile hanno fatto visita alla Santa nella Chiesa dei Celestini i ragazzi delle Medie del nostro Oratorio, guidati dalle loro catechiste. Suor Maria Teresa ha saputo attirare la loro attenzione e grande coinvolgimento attorno alla figura della Fondatrice.

La sera di giovedì la reliquia è stata portata processionalmente dai portatori del Comitato per il Santuario dalla chiesa di San Nicolò dei Celestini alla Prepositurale di Santa Caterina, in una suggestiva cornice notturna.
La reliquia ha ricevuto una dignitosa collocazione nel solenne tronetto dorato da poco restaurato, posto sul lato sinistro della balaustra, fuori della porta del battistero. Vicino era il grande manifesto con l’immagine della Santa e il suo motto: “Gesù, amarti e farti amare”.
Hanno concelebrato i sacerdoti della parrocchia. In coro ha cantato il nostro gruppo di canto diretto dal maestro Damiano Rota, mentre all’organo era il maestro Giovanna Gallo.
Alcuni brani sono stati interpretati dalla solista Erica Artina.

All’omelia don Andrea ha ricordato che nella biografia di Santa Geltrude ha un posto di rilievo il nostro Borgo.
A cominciare dai primi passi dell’Istituto, allorché la Madre pensò bene di collocare le prime ragazze della sua “comunità filiale” nella Filanda Monzini Dell’Era aperta in Santa Caterina sotto la responsabilità del futuro Beato don Francesco Spinelli. Quell’opportunità si trasformò in croce pesantissima sia per don Francesco che per Madre Geltrude, a causa del pauroso fallimento finanziarioche privò la Santa e la sua famiglia religiosa di ogni risorsa economica.
La Provvidenza però non mancherà di fornire il necessario per continuare.

Ma il Borgo ha fornito alla Santa anche due preziose collaborazioni: quella del canonico Luigi Bana (1839-1917), che fu di grande aiuto per sollevare le sorti della Congregazione e per stilarne le Costituzioni, e quella di suor Scolastica (Anna) Cassera (1868-1895). Del primo la Santa scrisse: «persona di grande Criterio e bontà, e che gode l’opinione e la stima pubblica» (Lettera 155, p. 443); «Fu una grande provvidenza per noi l’averci dato questo santo Sacerdote. Dio sia benedetto di cuore».
Di suor Scolastica abbiamo l’autorevole testimonianza dell’allora vescovo di Lodi, mons. Giovanni Battista Rota: «Suor Scolastica ha lasciato una memoria di benedizione, e partendo fu causa involontaria della diminuzione delle fanciulle» (Lettera n. 78, p. 292).

Venerdì  pomeriggio
Venerdì pomeriggio hanno pregato davanti alla reliquia esposta in Chiesa Prepositurale i ragazzi delle Elementari che frequentano il catechismo. Hanno partecipato alla Messa delle ore 17, ascoltando con attenzione le parole di don Angelo Lorenzi sulla Santa Geltrude.

Sabato mattina
Sabato mattina è stato tra noi l’arciprete di Predore don Claudio Forlani.
Ha celebrato la Messa delle 9, con una breve omelia per richiamare ancora la figura della Madre Geltrude e il suo particolarissimo amore all’Eucaristia. Al termine della celebrazione, la reliquia è stata consegnata alle sue mani e ha proseguito la sua “peregrinatio” alla volta della ridente Predore, sul lago d’Iseo.

 

ANNO 2008

70 anni di presenza delle Sacramentine ai Celestini

2008 – Venerdì 19 settembre Nella splendida chiesa di San Nicolò, alla presenza del vescovo Roberto Amadei, che ha concelebrato la S. Messa col prevosto monsignor Andrea Paiocchi, don Giovanni Rota cappellano festivo, padre Luca Zanchi sacramentino di Ponteranica, mons. Alessandro Locatelli segretario vescovile si è festeggiato il 70° anniversario della presenza e della storia delle suore Sacramentine presso il monastero dei Celestini.

Celebrazione eucaristica
All’inizio della celebrazione, la superiora suor Luigina ha richiamato alcuni punti nodali della storia delle Sacramentine ai Celestini dal 1938 ad oggi.
Nell’omelia il vescovo di Bergamo ha posto l’attenzione sul grazie che dobbiamo rivolgere al Signore.
“Ringraziare – ha detto Roberto Amadei – è il primo fondamento della nostra fede in Gesù Cristo, il quale ci indica il Padre. Un Padre che ci precede sempre, perché le sue speranze sono più importanti delle nostre speranze. E noi dobbiamo dimostragli gratitudine”.
“Dobbiamo chiedere la grazia – ha proseguito il vescovo – di essere persone eucaristiche e la grazia di esserlo in modo convinto e profondo. Il Vangelo delle Beatitudini ci chiede l’atteggiamento del povero. Avere fiducia in Lui perché solo Lui può realizzare la pienezza della nostra vita che ci verrà attraverso gli altri. Dobbiamo imparare a condividere la povertà di Cristo. Condividere Gesù mite, misericordioso, povero. Questa è la vita beata”.

Alla solenne concelebrazione, iniziata alle ore 18, accompagnata dal coro parrocchiale di Borgo S. Caterina diretto da Damiano Rota con Giovanna Gallo all’organo, hanno presenziato la Madre Generale delle Suore Sacramentine suor Germana Crotti, la Madre Provinciale suor Maria Gambirasio e numerose suore Sacramentine.
E’ stato pure ricordato Guido Goisis, benefattore, che a sue spese in ricordo della moglie Giuseppina e delle orfanelle ospitate fece restaurare l’ex monastero dei Celestini.

Al termine della funzione, la comunità religiosa sacramentina residente nel monastero si è stretta a Suor Rosangela che ha festeggiato il suo 60° di consacrazione al Signore. Auguri!
Per tutti i numerosi presenti è stato preparato un delizioso buffet, servito nel locale del refettorio.

Tutta la parrocchia di Santa Caterina deve grande riconoscenza alla Congregazione delle Suore Sacramentine di Bergamo. La loro presenza settantennale è una vera benedizione, impreziosita dall’assiduità con cui le religiose attendono all’Adorazione del Santissimo. In passato, quando le forze erano più giovani, le Suore hanno assistito con amore tante orfane e hanno aiutato tanti scolari nel preparare i loro compiti al doposcuola che si svolgeva entro le mura della Casa. Senza dimenticare che per lunghi anni ai Celestini aveva sede la Casa Provincializia.

 

Inaugurazione della Chiesa dopo i recenti lavori di restauro

2008 – Il pomeriggio di sabato 19 aprile  Al tramonto di una splendida giornata primaverile è stata ufficialmente presentata a tutta la comunità bergamasca la Chiesa di San Nicolò ai Celestini, oasi di pace, di storia, di arte del nostro Borgo.

Luogo di preghiera e di adorazione

Soprattutto, luogo di preghiera e di adorazione per la Comunità Religiosa delle Suore Sacramentine di Bergamo, che fino a qualche anno fa avevano qui la loro Casa Provincializia. Proprio le Suore, con la Superiora suor Luigina Zambetti, hanno fatto gli onori di casa ai numerosi presenti nella chiesa e nel chiostro del complesso monastico.

E quelle pietre hanno parlato anche in quella occasione. Pietre che trasudano secoli di fervorosa contemplazione da parte dei monaci di Celestino V per più di quattro secoli e, successivamente, dei chierici diocesani e dei Padri Cappuccini.

Dal 1938, qui vivono, pregano e operano le Suore Sacramentine

La sera dell’inaugurazione erano presenti la Madre Generale suor Germana Crotti, la Provinciale suor Maria Gambirasio, l’onorevole Antonio Misiani, l’Assessore Comunale Francesco Macario, il Consigliere Giuseppe Anghileri e il presidente della V Circoscrizione Sebastiano Soddu. Molta la partecipazione dei bergamaschi.

Il saluto iniziale è stato affidato a Luciano Adorati, che ha voluto legare l’avvenimento del restauro della chiesa a un altro grande motivo di gioia per la Congregazione religiosa: il recente decreto di canonizzazione della Fondatrice Beata Geltrude Comensoli.

Relazione dei lavori di restauro

Si sono succeduti al microfono (a volte capriccioso) i tecnici responsabili dei restauri, che hanno fornito preziose informazioni relative soprattutto al grosso intervento sul soffitto della Chiesa.
Le parole sono sempre state accompagnate da diapositive.
Interessante la relazione dell’architetto don Diego Tiraboschi, direttore dell’Ufficio Beni Culturali e Arte Sacra della Curia.
L’attenzione è stata calamitata soprattutto dall’intervento del prof. Enrico Panigada, che ha percorso con molta efficacia la storia della Chiesa e dell’intero complesso. I lavori di restauro sugli affreschi e sugli ornati a stucco sono stati illustrati da Carla e Katia Grassi.
Hanno allietato l’incontro le voci delicate del Coro di voci femminili di Casazza, con brani di Marco Arsina, Leo Delibes e Mendelsshon, molto apprezzati da tutti.

E’ seguito poi un familiare rinfresco nei locali della Sala capitolare.

Non ci resta che pregare insieme con loro il Signore e la Beata Geltrude Comensoli perché le Sacramentine restino ancora a lungo con noi e suscitino sempre nuove vocazioni alla vita consacrata.