… dalla R alla Z

VIA FRATELLI ROSSELLI

E’ la breve via privata che congiunge Via dei Celestini a Viale Giulio Cesare. Fiancheggiata da un lato da alcuni condomini, dall’altro è situato l’omonimo parco a sua volta adiacente al complesso dei Celestini, separati solo da un tratto di roggia scoperta.

via f.lli rosselli

I personaggi: Fratelli Rosselli

Carlo e Sabatino Rosselli, nati a Roma nel 1899 e 1900, di ideali socialisti, entrarono più volte in conflitto con il governo fascista e scelsero l’esilio in Francia. Combatterono in Spagna durante la guerra civile finchè, nel 1937 a Bagnoles de l’Orne nella Bassa Normandia, vennero uccisi probabilmente da agenti dei servizi segreti italiani.

VIALE AL SANTUARIO DELL’ADDOLORATA

E’ un breve viale alberato che congiunge Via dei Celestini con Via Santa Caterina, fiancheggiando il Santuario dell’Addolorata. Dal lato sinistro del viale si staccano prima Via Volturno e poi Via Vezza D’Oglio; sul lato destro sono presenti la scuola materna Francesco Garbelli, la cui facciata dà su Via dei Celestini, e la frequentata palestra del Borgo, di recente completamente ristrutturata.
Un piccolo tratto di roggia coperta scorre sotto il viale, da cui si ha una notevole vista del fianco occidentale del Santuario, dominato dal campanile.
via santuario
Il Santuario dell’Addolorata

Il Santuario fu costruito in seguito ad un fatto miracoloso avvenuto il 18 agosto 1602: un modesto affresco, rappresentante una Madonna addolorata sorreggente il Cristo deposto, situato su un vecchio muro nei pressi dell’odierno Santuario, venne illuminato da una luce prodigiosa che lo colpì in pieno giorno reintegrandone colori e linee guastate dal tempo.
Il fatto suscitò commozione popolare, alimentata da guarigioni istantanee di malati gravi. Presto sorse la volontà di erigere un santuario dove conservare ed esporre l’affresco miracoloso: dopo il processo canonico delle autorità religiose che accertarono l’autenticità delle guarigioni, l’11 luglio 1603 venne posta la prima pietra e il 1° dicembre 1605 celebrati i primi uffici divini.
Il 24 dicembre 1614 fu eretta davanti al Santuario la colonna che ospita una scultura rappresentante l’affresco. Nei secoli il Santuario si arricchì di sculture, affreschi e dipinti.
A fine ’800 ebbero luogo importanti lavori di ingrandimento del Santuario, trasformando in croce latina i bracci e ruotando l’orientamento da oriente a occidente su progetto dell’architetto Don Antonio Piccinelli. La cupola centrale venne invece modificata su progetto dell’ingegnier Elia Fornoni.
Il 17 agosto 1903, alla presenza di 4 cardinali e 12 vescovi, si procedette alla incoronazione della Vergine e del Cristo Deposto nell’affresco sull’altare Maggiore.
santuario-Addolorata

VIA NAZARIO SAURO

La Via costituisce il primo tratto della “Strada della Valle Brembana” che diventa poi, superato il torrente Morla, Via Baioni. Sorpassa sulla sinistra una roggia che continua coperta sul lato destro. Più avanti un largo ponte domina il torrente Morla che sul lato destro si dirama in diverse piccole rogge. Da questo punto ha inizio Via Baioni.
Oltre a villette e vecchio case oggi per la gran parte rimodernate, costeggiano la via diversi esercizi commerciali.
In passato era ubicata nella Via la trattoria “Mammagrande”, popolare punto di ritrovo per i borghigiani del tempo.

via n. sauro

Il personaggio: Nazario Sauro
Nazario Sauro (Capodistria, 20 settembre 1880) fu un patriota e militare italiano. Nato in Istria, al tempo sotto il dominio austriaco, nel 1915 si arruolò nella Marina italiana. Per Questo, nel 1916, catturato dagli austriaci durante una missione, fu condannato per alto tradimento e giustiziato a Pola nell’agosto dello stesso anno.
E’ considerato il massimo esponente dell’irredentismo istriano.

LARGO DELLO SPORT

Di forma triangolare, è limitato dalle vie dei Celestini, D. Pietri e Viale G. Cesare. Fronteggia la facciata della Tribuna Giulio Cesare dello Stadio Comunale. E’ utilizzato come parcheggio sia durante la settimana che nei giorni delle partite di calcio dell’Atalanta.

l.go dello sport

Lo Stadio
Venne costruito nel 1928 su disegno dell’ingegner De Beni ed intitolato al milite bergamasco Mario Brumana. L’idea originale era che fosse il centro cittadino di tutti gli sport, da qui il nome del piazzale, ma col tempo il calcio è divenuto il dominatore assoluto ed oggi è l’unico uso a cui l’impianto è adibito.

VIA SAN TOMASO

La via fa parte della parrocchia si Santa Caterina solo nel tratto compreso tra piazza Carrara e piazzale Oberdan. Sul lato sinistro, salendo verso Città Alta, si trova la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC), creata nei primi anni ’90 all’interno dei locali che un tempo ospitavano il convento delle monache di Santa Maria del Paradiso. Ad inizio ‘800 questi locali divennero una caserma, denominata Camozzi.
Nella via, oltre a numerosi palazzi antichi oggi ristrutturati, sono presenti diverse attività commerciali e alcune gallerie d’arte e antiquari.

san tomaso

Il personaggio: San Tomaso

La via prende il nome dalla chiesa di San Tomaso, data per esistente già nel XIV secolo e abbattuta nel 1865. Sulla vita del Santo si hanno pochissime notizie, se non che fu evangelizzatore del popolo dei Parti e dell’India, dove subì il martirio.
Era noto per la sua proverbiale incredulità.

VIA SANTI MAURIZIO E FERMO

E’ la via che corre tra via Noli e via Serassi, costeggiata da bassi condomini su entrambi i lati e da una fila d’alberi sul lato sinistro. Prima dell’incrocio con via Ghislandi sorge a destra l’antica chiesetta di San Fermo dalla quale la via prende il nome. Sono presenti alcune attività commerciali sul lato destro ed un vecchio complesso industriale su quello sinistro all’ incrocio con via Ghislandi.
Attiene alla parrocchia di Santa Caterina solo il lato sinistro della via, quello dei numeri civici pari.

ss fermo e maurizio

I personaggi: Santi Maurizio e Fermo

San Fermo fu un cristiano martirizzato nel 307 a Verona ai tempi dell’imperatore Massimiano. Insieme a lui fu martirizzato anche il vescovo di Verona Proculo ed entrambi vennero trasportati a Bergamo e inumati nella chiesetta fatta costruire dal vescovo di Bergamo Gherardo.
Non lontano esisteva anche una chiesetta con cimitero annesso intitolata a San Maurizio, che risalirebbe ai tempi di Carlo Magno; nel 1808 la chiesa fu abbattuta ma il cimitero funzionò fino al 1911 quando fu inglobato nel nuovo cimitero detto “Unico” (oggi Monumentale).
San Maurizio, comandante della “legione tebana” dell’esercito romano, fu anch’esso martirizzato ai tempi dell’ imperatore Massimiano insieme ai suoi soldati in Svizzera, nel Vallese.

VIA GIANFORTE SUARDI

E’ l’importante asse viario che parte dal Largo del Galgario e termina alla congiunzione con via Santa Caterina, dove inizia via Corridoni. Attraversa quello che fu, fino a circa la metà del ‘900, il Campo di Marte con le sue caserme.
Da via Suardi si diramano, a destra e a sinistra, diverse vie piuttosto brevi: via Alberico da Rosciate, via degli Albani e via Longo a sinistra; via Noli, via Amadeo e via Giovanni da Campione a destra.
La via, oltre ad essere intensamente trafficata, vede la presenza di numerosi condomini, varie attività commerciali e nei suoi pressi  edifici di carattere pubblico come la sede servizi della BAS e la Questura.

suardi

Il personaggio: Gianforte Suardi

Nato a Bergamo nel 1854, fu due volte sindaco della città (1883-1890 e 1906-1908), presidente del Consiglio Provinciale (1893-1894), deputato al parlamento (1890-1919) e presidente della Confraternita dei Bergamaschi nel 1917.
Come sindaco, diede la spinta a numerose opere per migliorare la vita cittadina come la realizzazione del macello, il risanamento dei vecchi edifici, la copertura di canali oltre alla realizzazione della funicolare e del piano regolatore della fiera.
Morì a Bergamo nel 1931

VIA VEZZA D’OGLIO

La via ha inizio dal Viale del Santuario, supera sulla sinistra via Castellini e incrocia poi via Milazzo. Subito dopo, sulla destra, si apre la breve via Lesbia Cidonia sul retro della Villa Finardi-D’Amico. Si conclude infine congiungendosi con via Volturno, sul lato destro della stessa villa.
Oltre alla consueta conformazione residenziale che caratterizza il quartiere, a circa un terzo della lunghezza della via è presente un nido comunale.

vezza d'oglio

La località: Vezza d’Oglio

E’ la località in provincia di Brescia dove, il 4 luglio 1866, si combattè una sanguinosa battaglia tra forze garibaldine ed esercito austriaco. 800 camicie rosse si opposero a più di 3000 soldati austriaci che avevano occupato la cittadina, provenienti dal Passo del Tonale, con l’intento di scendere lungo la Valle Camonica ed aggirare i volontari di Garibaldi.
Nello scontro si distinsero per valore entrambe le parti, con particolare menzione per il Maggiore Nicostrato Castellini il quale, colpito al volto e ad un braccio, continuò a combattere finchè fu centrato da una fucilata al petto che lo uccise.
La battaglia fu vinta dagli austriaci, anche se non fu decisiva per le sorti della cosiddetta Terza Guerra di Indipendenza italiana.

VIA VOLTURNO

E’ la via che inizia all’incrocio tra Viale al Santuario e via dei Celestini e termina con una curva a destra, dove continua in via Vezza d’Oglio costeggiando la ex villa Grismondi, oggi Finardi-D’Amico. E’ una via tipicamente residenziale, come tutte le vie che compongono il Quartiere Finardi.
La villa Finardi-D’Amico, immersa in un grande parco i cui confini sono delimitati dalle vie Volturno (sul fronte e sul lato destro), Vezza d’Ogio (sul retro) e Milazzo (sul lato sinistro), era considerata la residenza estiva del conte Grismondi. Qui risiedeva spesso sua moglie, Paolina Secco Suardo, poetessa nota con il nome di Lesbia Cidonia.

volturno

Il luogo: Volturno

Volturno è il nome del fiume lungo le cui rive, poco a nord di Capua (CE), si combattè nel 1860 la battaglia tra forze garibaldine ed esercito borbonico. Il 1° ottobre i borbonici, in grande superiorità di uomini e mezzi, attaccarono i volontari di Garibaldi nella speranza di respingerli e rioccupare Napoli.
Ma la battaglia, sanguinosa e della durata di due giorni, si risolse a favore delle truppe garibaldine, che nelle fasi finali ricevettero anche l’aiuto di circa 300 uomini dell’esercito piemontese. Questa fu anche l’ultima battaglia della spedizione di Garibaldi nel sud Italia.