Martedì mattina, all’età di 95 anni, si è spento Don Emilio Majer

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Don Emilio Majer si è spento martedì 2 gennaio 2018. Aveva 95 anni e da qualche tempo era ospite della Fondazione Piccinelli a Scanzo. Dal 1961 al 1982, per ventun anni, ha esercitato il ministero pastorale nella nostra parrocchia, fondando il Cineforum di Borgo Santa Caterina. Ha lasciato un vivo ricordo nei parrocchiani della sua personalità e della sua passione per il cinema. Don Majer diceva che aveva scelto i film come strumento pastorale: “Sono le parabole di oggi”. I funerali sono stati celebrati giovedì 4 gennaio alle 15 dal vescovo Francesco Beschi nella chiesa parrocchiale di Negrone. La salma è stata tumulata nel cimitero di Scanzorosciate.

Don Emilio Majer era nato il 23 luglio 1922 a Romano di Lombardia. E’ stato ordinato sacerdote il 26 maggio 1945. Ha esercitato il suo ministero come Coadiutore Parrocchiale a Gandino dal 1945 al 1961; a S. Caterina dal 1961 al 1982. E’ stato Delegato Diocesano A. C. E. C. e Direttore del S. A. S. dal 1965 al 2008; Membro del Consiglio Pastorale Diocesano dal 1978 al 1981; Presidente nazionale A. C. E. C. dal 1981 al 1999. Parroco di San Pantaleone dal 1988 al 1998; Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano dal 2003 al 2011. Residente a San Pantaleone dal 1998 al 2018.

 

da AgenSir, organo d’informazione della CEI

Il ricordo di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile dal 2012 e sacerdote nativo di Santa Caterina.

 

Don Falabretti, “per lui era centrale l’oratorio, la parrocchia”

“A Bergamo, in diocesi, ci sono circa 80 sale della comunità attive nelle parrocchie e nei loro oratori. E questo lo si deve principalmente a don Emilio”. Ricorda così don Emilio Majer al Sir don Michele Falabretti, sacerdote bergamasco, oggi responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana, allievo e amico di don Emilio Majer da circa quarant’anni. “Don Emilio era nato nel 1922 ed è stato ordinato sacerdote nel 1946, se ricordo bene. Un prete appassionato da subito di cinema, che ha saputo cogliere con una grandissima intuizione (e un pizzico di follia per il tempo) il grande ruolo culturale e pastorale della settima arte”.
Prosegue don Michele Falabretti: “Ogni sera don Emilio si recava nelle parrocchie per animare personalmente i cineforum, non risparmiandosi mai neanche nelle condizioni avverse dell’inverno. Ripeteva continuamente che nella sala cinematografica parrocchiale la comunità cresceva. Un luogo di tutti”. Per il sacerdote, “don Emilio non aveva solo un ruolo culturale o istituzionale, bensì possedeva un grande senso pratico. Si tratteneva a lungo nel parlare di aspetti tecnici con esercenti o proiezionisti”.
Come Sir abbiamo chiesto a don Michele Falabretti un ricordo personale in particolare: “Vi racconto un piccolo aneddoto che permette di cogliere anzitutto il suo amore, la sua dedizione per il ministero sacerdotale. A poche settimane dalla mia ordinazione, don Emilio, allora settantenne, voleva chiedere al vescovo di acconsentire a un possibile passaggio di consegne tra lui e me. Io rifiutai, perché preferivo dedicami all’oratorio. Allora lui mi rispose: ‘Hai fatto bene, anche io avrei fatto lo stesso!’. Per don Emilio l’oratorio, la parrocchia veniva prima di tutto. È per questo che è giusto ricordarlo anzitutto come un sacerdote, un grande sacerdote”.