Fatti storici e di devozione al Santuario

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Le statue di Sant’Anna e San Gioacchino

Per concludere la serie delle statue che ornano le pareti del Santuario –tutte in stucco bianco e opera dello scultore Antonio Rota – parliamo ora delle due che si trovano all’interno dell’altare maggiore, sulla destra e sulla sinistra, e che rappresentano i santi Anna e Gioacchino, i genitori di Maria. Delle dodici statue sono probabilmente le meno visibili ai fedeli, ma sono significativamente le più vicine al dipinto della Madonna. Di questi due santi non vi è traccia nelle Sacre Scritture: compaiono invece nel Protovangelo di Giacomo, opera molto stimata nell’Oriente cristiano ma annoverata dalla Chiesa cattolica tra gli scritti apocrifi, databile intorno al 150 d.C. L’autore, che si definisce figlio di san Giuseppe, in quanto nato da un precedente matrimonio di lui, intende magnificare la figura di Maria, narrando i fatti meno conosciuti della sua vita, dalla nascita al matrimonio.

Compaiono pertanto qui Anna e Gioacchino: erano due coniugi di Gerusalemme, benestanti, non più giovani e purtroppo privi di figli: soffrendo molto per questa mancanza, dagli ebrei considerata una vera e propria disgrazia, supplicarono Dio di renderli genitori. Furono esauditi con la nascita di Maria e, per gratitudine, destinarono la propria figlia, dall’età dei tre anni, al servizio presso il Tempio.

L’episodio presenta una forte affinità con la narrazione biblica della nascita di Samuele, figlio di una donna chiamata anch’ella Anna, che, avuto contro tutte le umane aspettative un figlio, lo destinò parimenti al servizio al Signore.

Al tempio, sempre secondo il racconto del Vangelo apocrifo, Maria sarebbe rimasta fino ai dodici anni, cioè fino al momento del matrimonio con Giuseppe, già vedovo e anziano, ma designato da Dio come compagno di vita per lei e come padre per Gesù.

Questo racconto si arricchì poi , nel corso dei secoli, di altri dettagli, molto ben accolti dai fedeli, fino a confluire nell’opera, assai conosciuta nel Medioevo, della Legenda aurea, composta da Jacopo da Varagine nella seconda metà del XIII secolo.

Tale patrimonio tradizionale ispirò fortemente l’iconografia, tant’è che sono frequenti i dipinti di sant’Anna con Maria e Gesù bambino (per citare solo i più famosi artisti, ricordiamo Giotto, Pietro Lorenzetti, Masaccio e Caravaggio).

San Gioacchino, dobbiamo riconoscerlo, è stato un poco trascurato rispetto al culto tributato a sua moglie (esistono tuttavia delle chiese, in particolare una a Roma e una a Torino, dedicate a lui esclusivamente).

Anche le reliquie della santa furono, e sono tuttora, oggetto di devozione: secondo la tradizione i suoi resti sarebbero stati salvati dalla distruzione dal centurione Longino (colui che riconobbe la divinità di Cristo) e custoditi in Terra santa, fino ad arrivare in Francia ad opera di alcuni monaci. Salvatesi anche dalle incursioni ottomane, le reliquie furono poi smembrate tra i vari nobili e il clero, finché il teschio, dopo varie vicissitudini, venne trasferito a Castelbuono, in provincia di Palermo, dove si trova tuttora, oggetto di una devozione che culmina nelle feste dell’ultima settimana di luglio.

Sant’Anna è la patrona delle donne gravide e delle partorienti e, insieme a Gioacchino, viene ricordata dalla Chiesa il 26 luglio.

 

a cura della professoressa Loretta Maffioletti

 

dal bollettino parrocchiale di novembre 2015

Rubrica sul sito nella sezione Borgo > Storia e curiosità