Il missionario Padre Vittorio in Parrocchia

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Come ogni anno la giornata missionaria mondiale in parrocchia è stata celebrata con la predicazione di un missionario a tutte le messe festive e con l’esposizione di una mostra missionaria e della pesca di beneficenza.

Sono andate a ruba le lucciccanti torte preparate appositamente per recuperare fondi per le missioni.

L’apertura della mostra era già iniziata nelle domeniche precedenti, allestita dalle bravissime signore della commissione missionaria, che sempre sorridenti e fiduciose si prodigano, anche con fatica, alla sistemazione del materiale e alla propagazione della fede. Buona la presenza dei visitatori.

Padre Vittorio Bonfanti, dei Missionari d’Africa, ha predicato alle messe di domenica 20 ottobre. Si è presentato dicendo che come missionari vengono chiamati Padri Bianchi per via della lunga tunica bianca (gandura), il loro abito ufficiale, con il mantello bianco leggermente adattato (burnus), tipico elemento dell’abbigliamento maschile nell’Africa del Nord. Il loro carisma li chiama ad essere solidali con gli africani, attenti ai loro problemi, impegnati per il loro avvenire e per un’apostolato in mezzo ai musulmani. clip_image002

Per la Giornata ci ha portato in visione la loro rivista “Africa” e la caratteristica coroncina del Rosario di grani neri e bianchi.

IMG_1471[1]I PADRI BIANCHI

I Missionari d’Africa o Padri Bianchi (in latino Missionarii Africae o Patres Albi) sono una società clericale di vita apostolica di diritto pontificio: i membri della congregazione pospongono al loro nome la sigla M.Afr.

 La società, fondata dal cardinale Charles-Martial-Allemand Lavingerie per l’evangelizzazione dell’Africa, ebbe origine ad Algeri nel 1868; ottenne il riconoscimento pontificio nel 1879 e l’approvazione definitiva nel 1908. Il nome di “padri bianchi” deriva dal colore del loro abito originario, simile a quello dei cabili.

Il 2 febbraio 1869 i primi quattro novizi ricevettero l’abito, composto di una lunga veste, la “gandura” e un mantello di lana bianca, tipico costume arabo leggermente adattato. La corona del rosario portata al collo, pure richiamava quella usata dai musulmani per pregare i 99 più bei nomi di Dio.9

Il costume arabo era segno di quella volontà di adattamento agli usi e costumi delle popolazioni locali, caratteristica fondamentale dell’Istituto.
Per i primi anni i missionari del Lavigerie si dedicano alla testimonianza della carità verso le popolazioni dell’Algeria, gli Arabi del Sahara, i Berberi della Cabilia, mediante opere di sviluppo rurale, scuole, dispensari…

Entrando ad Algeri nel 1867, Lavigerie aveva detto che per lui l’Algeria era solo “una porta aperta” su tutto il continente africano.

Nel 1876 tre dei Padri Bianchi diretti verso il Sudan vengono massacrati nel Sahara. La stessa sorte toccherà ad una seconda spedizione nel 1881.

Nel frattempo una spedizione di dieci missionari partiti da Bagamoyo di fronte a Zanzibar, nel giugno 1878, dopo lunghi mesi di marcia riesce a raggiungere le coste dei Laghi Victoria-Nyanza e Tanganica. Cinquanta missionari seguiranno la stessa via nei dieci anni seguenti, e fonderanno numerose e fiorenti comunità cristiane. Ventuno di essi cadranno  prematuramente sul campo.

Lo stesso anno 1878 vede alcuni Padri Bianchi installarsi a Gerusalemme, col compito della custodia della Chiesa di Sant’Anna e della preghiera per le missioni dell’Istituto.

Cardinal_LavigerieNel 1892, alla morte del Lavigerie, 278 Padri Bianchi di cinque nazionalità diverse sono presenti in Algeria, Tunisia, Uganda, Tanzania, Congo e Zambia.

Oggi poco meno di duemila Missionari d’Africa di 35 nazionalità lavorano in 380 comunità, disseminate in 43 paesi.

L’anno seguente alla fondazione dei Padri Bianchi, nel 1869, Mons. Lavigerie fondava, con Suor Marie Salomé, la Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora d’Africa: le Suore Bianche.

Notizie tratte dal sito: www.missionaridafrica.org